💠 E se ti dicessi che non sempre serve il 100% del tuo sforzo per ottenere il massimo risultato? La regola 20/80, che spesso consideriamo solo in chiave di produttiva, può diventare una bussola per una leadership più sostenibile, incarnata e potente.
👉 Quando ti capita di dare il 100%… stai davvero ottenendo il massimo o solo “consumando” tutto te stesso?
Per anni ho "spinto" al massimo. Dedicavo moltissimo: tempo, energie, attenzione.
Il risultato non era sempre proporzionale allo sforzo. O meglio: “spingevo” più di quanto fosse realmente necessario. Benché conoscessi le tecniche di gestione del tempo e delle priorità, mi ritrovavo esausta.
Perchè non ero allenata ad ascoltare la nostra più grande bussola su come dosare le energie, ovvero il nostro corpo. Ero convinta che bastassero un buon cervello e una mente focalizzata. Come per molto tempo le emozioni sono state piuttosto ignorate nel mondo del business, come non fossero necessarie per ingaggiare e condurre team, così avveniva con la dimensione dell'intelligenza corporea. Anche io ero condizionata da questa convinzione diffusa. Per fortuna, le cose stanno velocemente cambiando.
Il corpo ha una voce che spesso ignoriamo. Ed è proprio nel corpo che possiamo attingere ad una risorsa sottovalutata: la capacità di ricentrarci e fare spazio prima ancora di agire, senza drenare energie inutilmente.
Nel mio percorso come coach somatico e manager, ho imparato che la qualità della leadership non dipende solo da cosa facciamo, ma da come siamo presenti mentre lo facciamo. Ho imparato che per dosare bene le nostre energie, non si tratta necessariamente di "fare di meno", ma di essere più consapevoli di cosa avviene nel nostro corpo.
Diffida dalla semplicistica ricetta “ritagliati il tuo tempo”. Può essere utile, certo, ma molte volte non basta. Spesso hai bisogno di riconoscere in che modo le esperienze che hai vissuto sono incorporate in te. Talora sono una spinta positiva, talora un freno che assorbe energia.
È importante comprendere che quando entriamo nel luogo di lavoro non siamo mai completamente ‘nuovi’, ma portiamo con noi le tracce di tutte le esperienze che abbiamo vissuto:
Queste dinamiche non spariscono quando ci sediamo a una scrivania o partecipiamo a una riunione su Zoom. Plasmano il modo in cui diamo feedback, come gestiamo il conflitto, come ci esprimiamo o rimaniamo in silenzio.
Questa è l'eredità delle relazioni.
È invisibile su un curriculum, ma forma gran parte del modo in cui lavoriamo insieme. Sono storie nascoste, a volte inconsce.
Se non sono rese consapevoli, rischiamo uno dispendio energetico abnorme e non sostenibile nel tempo. Non si tratta di fare psicoterapia, bensì di consapevolezza e sviluppo personale.
Recentemente, durante un corso di formazione sulla comunicazione influente, ho avuto tra i partecipanti un imprenditore di successo che aveva trasformato e fatto crescere la sua azienda, innovando con grande visione e spirito di miglioramento continuo. Le sue azioni lo avevano portato laddove lui anelava.
Il suo corpo, tuttavia, per sua stessa ammissione, manifestava una certa tendenza a “rimpicciolirsi”, una umiltà persino eccessiva perché non del tutto funzionale a quello che desiderava essere. Questa "forma corporea" si traduceva infatti in difficoltà a prendersi lo spazio, letteralmente, con conseguente "fatica" ad entrare in connessione con gli altri con la qualità cui lui mirava.
Tale organizzazione fisiologica del suo corpo, frutto delle esperienze precedenti che lo avevano portato a non attribuirsi fino in fondo un pieno valore, non lo aveva ostacolato nel realizzare i suoi obiettivi, ma il costo da pagare per lui era altissimo, soprattutto in termini di benessere.
Per fortuna esistono modi, sostenuti dalla neuroscienza, per modulare tutto questo.
Da piccola, mio padre — di fronte agli ostacoli — mi diceva spesso: “Martina, berretta fraccata e muso duro”, un modo alla veneta per dire: stringi i denti e vai avanti.
Certamente ho mantenuto questa attitudine ma oggi ne ho aggiunta un’altra, più morbida, più fluida, e, a seconda del contesto, più efficace. Quando sento che sto forzando, invece di stringere i denti, mi fermo. Non per mollare. Ma per rientrare in contatto con me stessa.
Uso una pratica semplice, che condivido spesso con i manager con cui lavoro. E' la tecnica delle tre dimensioni o modello LWD (Lenght, Width, Depth). Ci metto qualche minuto. A volte anche meno. Ma cambia tutto, soprattutto nella ripetizione costante della pratica stessa. Mi soffermo a sentire la tridimensionalità del mio corpo nella sua lunghezza, larghezza, profondità. Osservo, accolgo, ascolto.
Mi aiuta a cambiare lo stato fisiologico del mio corpo, a riconoscere dove mi restringo e rimpicciolisco opppure dove prendo troppo spazio in modo non utile a ciò che desidero ottenere. In questo modo influenzo fortemente il mio modo di pensare, vedere e agire nel mondo. La mia leadership ne guadagna. Così come la mia comunicazione.
🔹 L – Length (Lunghezza) Si riferisce alla verticalità del corpo, alla capacità di "allungarsi" in modo naturale verso l’alto, mantenendo il radicamento verso il basso. È collegata a dignità, autorevolezza e presenza stabile. Se ben sviluppata, comunica chiarezza e direzione.
🔹 W – Width (Larghezza) Si riferisce all’apertura verso i lati: petto, spalle, braccia. Rappresenta accoglienza, inclusione, contenimento. Se ben incorporata, trasmette empatia, accessibilità, spaziosità relazionale.
🔹 D – Depth (Profondità) Si riferisce allo spazio interno tra schiena e parte anteriore del nostro corpo. È connessa alla capacità di contenere, vivere, ricontattare le nostre emozioni. Quando sviluppata, aumenta l'intelligenza emotiva e la capacità di restare presenti, soprattutto sotto pressione.
Se vuoi approfondire di più sul modello LDW, scrivi nei commenti a questo post, oppure con un messaggio privato, la parola LWD stessa. Sarò lieta di avvisarti in anteprima, a partire da ottobre 2025, sull'avvio delle masterclass sul metodo proprietario IMPACT-Diventa Chi Sei, volto a supportarti nel guidare da dentro, attraverso la forza propulsiva e contagiante delle emozioni, in concorso con la mente, unendo benessere, performance ed uso equilibrato delle tue energie.
Grazie per avermi letta. A presto!